Sabato 8 agosto, alle ore 21.00, presso lo stand delle Biblioteche di Roma (Pontile di Ostia, Lungomare dei Ravennati), presentazione del libro fotografico“War Landscapes” di Alfredo Macchi, giornalista televisivo e inviato di guerra per Mediaset, nell’’ambito della manifestazione “LIBERA ESTATE, LIBERA OSTIA”, organizzata nel Municipio Roma X da venerdì 31 luglio a mercoledì 30 settembre.
La presentazione inaugura la serie di appuntamenti serali dedicati agli adulti curati da Biblioteche di Roma in collaborazione con Zétema Progetto Cultura, e rappresenta un importante momento di riflessione sugli aspetti del presente in tempo di guerra.
Oltre all’autore , interviene Luca Ribustini, Direttore 4Arts e corrispondente della tv russa REN TV.
War Landscapes è un libro fotografico con circa 100 immagini in bianco e nero scattate da Alfredo Macchi durante il suo lavoro di inviato nelle più importanti zone di conflitto del mondo, da Kabul nel 2001 al Libano del sud nel 2006, alla Libia nel 2011 fino ai campi profughi del Sud Sudan e dell’Iraq.
“Ho scattato tantissime foto di disperazione, urla e dolore” spiega l’autore, “ma per questo libro ho scelto immagini di paesaggi, luoghi segnati dalla distruzione e dagli effetti della guerra. Un modo, spero, per riflettere lontano dal rumore e dalle emozioni su tutti i conflitti dell’epoca contemporanea”.
Luoghi di battaglia e di devastazione, paesaggi scheletrici, fortezze e avamposti militari; sfondi asciutti e essenziali che riflettono la sensibilità di un autore che racconta la guerra con le parole e con l’obiettivo.
La prefazione è a cura di Ettore Mo: “Ciò che prima di tutto colpisce è l’assenza totale del colore: tutte le foto in bianco e nero, a cominciare dalla copertina che mostra una Kabul in rovina, come la vidi verso la fine del ‘79 quando vi misi piede per la prima volta. Poche donne per strada con la borsa della spesa, un bambino che porta a spasso il cane“.
Nel prologo Macchi scrive: “Qualcuno sostiene che i grandi imperi siano diventati tali con la guerra. Non è vero. La guerra non costruisce, ma distrugge. Distrugge le vite degli uomini, le loro abitazioni, i loro monumenti, le loro città. E la natura, il paesaggio, la bellezza. Le grandi civiltà che si sono sviluppate grazie alla cultura, alla convivenza pacifica, alla lungimiranza di chi le governava. La guerra è sempre stata un passo indietro nella storia. Le rovine che si ergono sui campi di battaglia ne sono una prova”.